Il gioco del calcio nazional popolare smuove emozioni forti e non solo in campo, anzi, soprattutto fuori dal rettangolo di gioco. Tra procure, scommesse legali, illegali, giustizia ordinaria e sportiva, tanti giovani calciatori sembrano sempre più tristi e solitari.
Si legge di tutto sul caso scommesse dei giovani calciatori, gente seria che si limita alla cronaca, personaggi che ci speculano e tanta gente comune che ne parla nei social/bar.
Le parole di un giovane protagonista della vicenda, lo Juventino Fagioli, fanno riflettere e, difatti, sollecitano questo mio breve contributo da addetto ai lavori. In sintesi, una disamina incentrata su 2 frasi chiave estrapolate dalle affermazioni del suddetto giovane calciatore.
«Ho iniziato per noia, poi era un’ossessione».
Dichiara in procura il giovane calciatore bianconero, secondo quanto riporta La Stampa (18 ottobre 23) .
“Ho iniziato per noia” è, per l’appunto, la mia prima frase chiave. Interroghiamoci: come interpretare queste parole in modo costruttivo? Mi spiego meglio, noi addetti ai lavori, educatori e genitori, siamo consapevoli di cosa si agiti nella testa di tanti giovani talenti (non solo calciatori e atleti)?
Abbiamo gli strumenti per seguirli sia nella fase di lancio o consacrazione che, soprattutto, in modalità “crescita fisiologica”?
Prima che questa emozione di cui parla Fagioli, ovvero, la noia, diventi ossessione (patologica), come possiamo supportare i nostri ragazzi nel loro percorso di crescita a partire dalle prime fasi dell’adolescenza?
Tutto il mio lavoro con i ragazzi, il mio stesso metodo, si articola e si snoda su azioni e attività legate allo sviluppo della personalità, dell’atteggiamento mentale più idoneo e funzionale alla gestione del proprio mondo interiore.
Ad ogni modo, continuiamo a riflettere sulle parole di Fagioli, il quale, alla domanda sui motivi per cui abbia iniziato a scommettere, replica:
“Un calciatore ha molto tempo libero e finisce con il provare l’ebrezza di una scommessa per vincere la noia. Poi per me è diventata un’ossessione”.
Seconda mia frase chiave: “un calciatore ha molto tempo libero”. Bene, “Noia e molto tempo libero”, non sono solo frasi chiave estrapolate ad hoc e non coinvolgono solo Fagioli e pochi altri, sia ben chiaro.
Sono soprattutto rischi concreti cui vanno incontro tantissimi giovani calciatori e non solo. Il corretto funzionamento della mente adolescente dipende in gran parte dal sistema che regola il rilascio della dopamina, l’ormone della gratificazione del Sistema della ricompensa.
Chiarisco il concetto citando in sintesi una ricerca scientifica estrapolata dal mio libro per adolescenti, l’arte di crescere.
“Durante l’adolescenza il livello base della dopamina è inferiore a quello caratteristico di altre fasi della vita, mentre il suo rilascio in relazione alle esperienze è maggiore. La spinta a ricercare la gratificazione è presente in misura accentuata nel cervello durante l’adolescenza rispetto alle altre età. Di fronte a situazioni pericolose gli adolescenti sottovalutano i rischi e compiono gesti impulsivi e rischiosi pur di ricevere una gratificazione immediata che possa stimolare maggiormente il Sistema dopaminergico di ricompensa. Le caratteristiche di attivazione di questo Sistema rischiano di rendere gli adolescenti particolarmente propensi a consumare sostanze, come alcool o droga, in grado di aumentare il rilascio di dopamine*. Essere consapevoli dei meccanismi cerebrali sottostanti lo sviluppo adolescenziale permette di elaborare strategie che possono aiutare i ragazzi a non inciampare in crisi evolutive” (L’ARTE DI CRESCERE)
*come nel caso di Fagioli: “provare l’ebrezza di una scommessa per vincere la noia”
E’ opportuno spiegare bene ai ragazzi questo meccanismo della ricompensa ed è fondamentale coinvolgerli in attività che permettano loro di conoscersi davvero, di capire quali siano i loro valori e le modalità grazie alle quali possano tutelare il loro talento con azioni quotidiane e abitudini positive.
Azioni ed abitudini ancorate ad hobby e passioni, ovvero, a tutte quelle attività che attivino e risveglino i loro sensi.
Aiutiamoli a scoprire nuove potenzialità, stimoliamo la loro motivazione per le nuove competenze. Introduciamoli alla lettura, alla musica, al teatro, all’arte in ogni sua espressione.
Verissimo, tanti giovani calciatori tristi e solitari sono vittime del loro stesso sistema della ricompensa, coinvolti in alcuni aspetti del sistema calcio che antepone le esigenze economiche, esclusivamente legate al business, a tutto il resto.
Tuttavia e per fortuna, signori miei, c’è “tutto il resto”. Giovani calciatori pieni di gioia che seguono, motivatissimi, il loro percorso di crescita con una sola parola chiave: auto consapevolezza. Un elemento essenziale che si auto genera e si alimenta con i sogni e il lavoro sugli obiettivi, con tanto impegno e dedizione, metabolizzando vittorie, sconfitte, periodi e momenti di crescita.
daniele maiorana
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