Quando si parla di sviluppo del potenziale nel gioco del calcio giovanile ci sono alcuni fattori determinanti, quali la forza mentale e il carattere.
Ciò che fa davvero la differenza per un giovane calciatore è il modo in cui prepara la mente a disputare la gara più importante, la propria partita interiore.
Molti genitori s’interrogano e contestualmente s’informano sul metodo del mental coaching con lo stesso, fuorviante “perché” di contatto:
Perché mio figlio in allenamento sembra un fenomeno e in partita scarso?
Perché mio figlio dice spesso che prima delle partite si sente l’ansia addosso e si blocca?
Perché mio figlio l’anno scorso giocava spensierato, si divertiva, faceva tanti goal mentre quest’anno la porta non la vede mai e sembra sempre triste?
Se leggendo le suddette domande in qualche modo ti riconosci sappi che:
“E’ la domanda sbagliata. Bisogna piuttosto chiedersi COME fare per mettere tuo figlio nelle condizioni ideali per esprimere il talento e le proprie potenzialità”.
Il come, tuttavia, rischia di diventare aleatorio se esteso a una domanda retorica:
Nel calcio si allena la tecnica, il fisico e la tattica, e la mente?
Se si allena, COME lo si fa?
Bisogna dare seguito a ciò che si sostiene (l’atteggiamento mentale è determinante) con una programmazione – preparazione specifica, cosi come si fa con le altre aree interessate allo sviluppo del gioco del calcio.
E’ fondamentale per il giovane calciatore lavorare in massima concentrazione.
Si d’accordo ma COME?
Uno strumento fondamentale è il dialogo interiore. Il gioco interiore. Il primo a introdurre questo strumento nello sport fu Timothy W. Gallwey (l’ideatore per l’appunto) con il libro “The Inner Game of Tennis (2001. Edizione Italiana Ultra 2013). Io da decenni lo propongo in campo adattandolo al gioco del calcio.
Secondo Gallwey. “il gioco interiore si svolge all’interno della nostra mente e si gioca contro ostacoli come paura, insicurezza, difficoltà di concentrazione, concetti limitanti o presupposizioni”.
In questa sorta di partita interiore subentrano due sé: il sé giudicante (non ce la farò mai, non ce la posso fare) e il sé agente (l’azione vera e propria), il dialogo positivo (sono carico come una molla, so cosa devo fare e farò bene ecc).
Bene, gran parte del mio metodo che definisco elastico, proprio perché si deve adattare a ogni singolo ragazzo che seguo e non viceversa, si focalizza su allenamenti mentali mirati a sviluppare il dialogo interno positivo di cui sopra.
Attraverso questo gioco interiore, i giovani calciatori, non solo gestiscono emozioni e umori ma si preparano anche a trasformare tutte le possibili interferenze esterne in nuovi stimoli, in grinta, rabbia e cattiveria agonistica.
I ragazzi che lavorano con me si allenano a disputare grandissime partite interiori tra il sé giudicante, il “giocatore impostore” che inquieta la loro mente e il sé “campione” che ha obiettivi importanti da raggiungere.
Il Campione si prepara con l’elastico a duellare con l’impostore in ogni centimetro di campo mentale per ogni “maledettissima partita interiore”.
Clicca sul seguente link per saperne di più sul mio metodo elastico per allenare la mente dei giovani calciatori: https://www.dmpersonalcoach.it/mental-coaching-giovani-calciatori/
Daniele Maiorana
One thought on “LA PARTITA INTERIORE DEL GIOVANE CALCIATORE”
Francesca Ruggeri
Vorrei se e possibile essere contattata