Lo Zen nella pratica sportiva degli adolescenti.
L’allenamento Zen dei giovani atleti nasce dalla consapevolezza di sé. Dalla connessione mente-corpo. Dal modo in cui la fisiologia dei ragazzi sia orientata al presente, al qui e ora.
Ma ‘essere consapevoli’, rischia di diventare un tormentone, un concetto sin troppo aleatorio, soprattutto quando si parla di adolescenti e sport.
Un po’ come la motivazione. Un termine a cui si fa sempre più riferimento ma il cui valore, o meglio, la cui ricerca, sembra quasi debba essere inoltrata fuori dall’unico contesto possibile.
Ovvero?
L’universo interiore del giovane atleta.
Un luogo ideale di cui ho già scritto in un blog sull’allenamento mentale nel tennis, la cosiddetta Zona Zen (https://www.dmpersonalcoach.it/2018/07/06/lallenamento-mentale-nel-tennis/). Un universo intimo fondamentale per la crescita e la formazione degli adolescenti sportivi e non.
La ricerca della Zona Zen nell’allenamento mentale che propongo ai giovani atleti è essenzialmente un gioco.
Un gioco che inizia con l’essere consapevoli del proprio respiro, tormentone permettendo. Il gioco della respirazione, per l’appunto. La concentrazione sulla respirazione è il primo step per entrare in contattato con la propria Zona Zen.
Spesso noi adulti ci dimentichiamo quanto il respiro sia una delle funzioni automatiche più importanti. La acquisiamo durante la nascita, al primo pianto che ci riempie i polmoni e la perdiamo solo al momento della morte.
Eppure, sovente, capita di andare in apnea, sia nella pratica sportiva che nella vita di tutti i giorni.
Sappiamo bene che, ad uno stimolo che spinge all’aggressività, un semplice respiro potrebbe attivare una reazione ben più composta e salutare.
Ma, sembra quasi che, ce ne siamo dimenticati.
Ecco perché diventa fondamentale, attraverso il gioco, far rimanere i ragazzi nel proprio respiro, affinché entrino in contatto con il loro mondo più intimo. Il luogo ideale in cui si attiva, tra l’altro, il dialogo interno positivo, incoraggiante.
Una tecnica per comunicare con se stessi fondamentale, sia per far crescere l’autostima dei ragazzi che per metterli nelle condizioni di eccellere.
Ad alcuni dei giovani atleti con cui lavoro propongo il gioco della respirazione durante una corsetta, mentre si allenano o nel pre gara. Ad altri in condizioni di assoluto relax.
Lo snodo dell’allenamento Zen sta nel fatto che i ragazzi, per cultura o abitudine, in genere, ‘pensano” di respirare. O meglio, mentre respirano pensano, vagando con la testa.
Con l’allenamento Zen, gli adolescenti vengono sollecitati a “sentire” la propria respirazione, a creare una sorta di tutt’uno tra corpo, mente e pratica sportiva, nel momento esatto in cui la si vive sulla propria pelle.
Tornando al tema del gioco della respirazione, è sorprendente far assaporare ai giovani atleti il piacere di sentire l’aria entrare nella bocca socchiusa per poi diffondersi nei polmoni. Sentire l’ossigeno che arricchisce il sangue…
É sorprendente il modo in cui “sentendola” modificano la loro postura, il modo di stare in campo, la loro stessa comunicazione, interna ed esterna.
É chiaro che questo allenamento Zen, con i vari esercizi di respirazione “consapevole” sono tutt’altro che semplici da assimilare.
Ma una volta che il giovane atleta avrà acquisito il metodo e le tecniche andrà in automatico.
Con il Mental training specifico proposto, l’atleta acquisirà una percezione più ampia della propria fisicità, farà riscorso a riserve energetiche che gli consentiranno di auto gestirsi in gara, in allenamento e soprattutto in situazioni di stress.
daniele
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