A pochi giorni da Russia 2018, il calcio nazionale, orfano degli azzurri, profuma ancora di serie A e B.
Palermo – Frosinone si giocheranno, difatti, in finale la promozione in A e allo stesso modo Siena e Cosenza la serie B.
I bianconeri toscani hanno avuto la meglio in 9 uomini ai calci di rigore sul Catania. Etnei fuori dai giochi per la competizione nella competizione. I tiri dal dischetto.
Due errori fatali che, col “fato” c’entrano poco o nulla, hanno precluso la realizzazione del sogno di una città intera. Una grandissima piazza per blasone e cultura calcistica.
Sui social bar siculi (e non solo) oggi, naturalmente, ci si sbizzarrisce. La frase più retorica è la stessa di sempre; ovvero: “la lotteria dei calci di rigore”.
Un modo fin troppo scontato per non seguire l’evoluzione del calcio moderno.
E soprattutto lotteria de che?
Lotteria significa solo sorte, fortuna, caso.
Ai calci di rigore segna e vince chi è mentalmente più pronto.
Nella tempesta di pensieri che agita prima dell’esecuzione la mente di chi deve tirare e di chi deve parare, nulla è lasciato al caso.
Si tratta di un duello e come tale non può, non deve essere lasciato al caso.
Da Coach lavoro tanto su questo aspetto. Sulla gestione del dialogo interno, su come trasformare la paura di sbagliare e restare focalizzato esclusivamente sul gesto tecnico dagli undici metri.
Il Mental Coaching, l’area mentale del calcio, si avvale di tecniche e strumenti specifici. Ed è proprio dagli undici metri che ti rendi conto se il giocatore e allo stesso modo la squadra ha attenzionato a dovere l’aspetto mentale.
Simone Guaiana, un giovane calciatore under 16 che seguo, in sessione mattutina, mi ha restituito dei feedback che parlano di Coaching sul campo, di metodo.
Altro che lotteria e Mental Coaching improvvisato. Ai calci di rigore segna e vince chi è mentalmente più pronto.
Simone in questo periodo sta sostenendo una serie di provini in giro per l’Italia con diverse società professioniste.
Nei giorni scorsi si è reso protagonista al torneo giovanile del Sud “Savutano Cup” (scouting Milan) siglando tra l’altro un rigore decisivo.
Queste le sue parole: “Prima ho deciso dove calciare, poi mi sono ripetuto che avrei segnato e mentre mi dirigevo verso il dischetto ho fatto un bel respiro come Cristiano Ronaldo. Ho calciato e fatto goal”.
Semplice? Se ci si allena ripetutamente anche sulla connessione mente – rigore, il giocatore,in campo, farà tutto in automatico. Allora si, sarà abbastanza semplice.
Simone cita Ronaldo e non è un caso.
Il video del fenomeno che respira prima dell’esecuzione del calcio di rigore decisivo contro la Juventus, a pochi secondi dalla fine, è diventato uno strumento indispensabile, soprattutto quando lavoro con i giovani calciatori.
La corretta respirazione fissa la scelta del giocatore nella propria mente e spazza via paure, insicurezze, interferenze negative.
Allenare la mente significa soprattutto questo. Attenzionare ogni piccolo dettaglio di ciò che succede nel rettangolo di gioco e nella testa dei protagonisti.
Il successo passa attraverso la performance. Ai calci di rigore segna e vince chi è mentalmente più pronto.
Daniele Maiorana
Leave a comment