La Garra (grinta) come sinonimo di vitalità, potenzialità primaria di chi scrive e Coaching come metodica innovativa per allenare le uniche due grandi risorse di cui disponiamo: la mente e il corpo.
Grinta come sinonimo di “fatica”, intesa come filosofia di vita e non come semplice sostantivo. Coaching come sinonimo di cambiamento e crescita personale.
Mente e corpo devono essere funzionali ed allineati al nostro programma di crescita e sviluppo della Resilienza, la forza del carattere insita in ognuno di noi e che rappresenta un vero potenziale inespresso.
In che modo? Il primo grande concetto da assimilare e da sperimentare sulla propria pelle è il senso della fatica. Di cosa si tratta e soprattutto in che modo la fatica si può tramutare in risorsa mentale e motore motivazionale?
La resilienza, se allenata a dovere, rappresenta l’altra faccia di una medaglia speciale: la fatica. Una medaglia che solo chi ama davvero ciò che fa vuole vincere a tutti i costi. La resilienza, filosofia della fatica, filosofia di vita. La vita stessa é fatica. Preservare la vita è un lavoro molto duro, richiede uno sforzo a livello fisico e chimico. La vita è uno scambio continuo di energia, materia ed informazioni.
L’essere umano non è programmato per il successo ma solo per la sopravvivenza e la difesa della specie. L’uomo è biologicamente progettato per opporsi ed adattarsi alle forze dell’ambiente fisico che tendono a far raggiungere la quiete massima, il minor consumo di energia possibile. Una quiete che si raggiunge solo con la morte. Per cui, l’essere umano, per opporsi a tutto ciò, lotta costantemente contro le forze distruttrici della natura (minacce disordine e caos).
La resilienza, dunque, é da intendere come filosofia della fatica, in netto contrasto a questa quiete eterna cui sembra volerci condurre la vita, a nostra insaputa. Una filosofia che considera lo stress (sindrome generale di adattamento) un’arma con la quale lottare, sempre che là si sappia usare. Uno strumento utilissimo per allenare la propria forza del carattere. Una concezione dello stress, come nuova consapevolezza su cui lavorare.
Il professor Nardone in “La paura delle decisioni”(Ponte alle Grazie 2015), scrive: “l’idea New Age del benessere come condizione in cui ci si sente costantemente rilassati, che vede nello stress il nemico numero uno per la felicità dell’individuo, é una visione davvero limitante, ideologica e irrealistica. Se una persona desidera raggiungere obiettivi elevati che la facciano sentire realizzata ha bisogno di una buona dose di stress, che nella giusta dose rappresenta il vento che sostiene le vele della fatica e sospinge verso la metà desiderata”.
I sostenitori del rilassamento come stato permanente non considerano che il relax, come ci insegna il prof Nardone, si ottiene dopo aver prodotto uno sforzo specifico che ci ha condotto al risultato finale, ovvero l’obiettivo raggiunto, dopo aver versato lacrime e sudore. Prosegue il professore: “il nostro organismo é fatto per sentire i vari stati, i vari stimoli e se uno stimolo rimane costante la nostra percezione si offusca. Sono i contrasti percettivi a darci le sensazioni più piacevoli”. (La paura delle decisioni).
La resilienza, la forza del carattere, intesa come filosofia della fatica, se allenata a dovere, riequilibra biologicamente la soglia dello stress e garantisce un’elevata performance in ambito sportivo, professionale e soprattutto nella vita di tutti i giorni. Un training sin troppo semplice? Tutt’altro. Ci sono dei limiti oggettivi come il limite metabolico che rappresenta un segnale, un campanello di allarme per garantire la sopravvivenza. Limiti che per essere gestiti e superati richiedono tanto impegno.
E’ sinonimo di fatica, difatti, la ricerca del carburante (zuccheri dei carboidrati) per sopperire alla perdita di energia, del “mattone” delle proteine per riparare le cellule usurate, di acqua e ossigeno.
Reperire energia attraverso questo lavoro fisico e chimico, comporta fatica. Si tratta, per noi essere umani, di una lotta continua anche contro la parte di noi stessi restia al cambiamento. Il corpo, lo ribadisco, sopporta quasi tutto e si adatta anche ai cambiamenti più radicali, essendo biologicamente predisposto a resistere.
Bisogna innanzitutto preparare a dovere la nostra mente, superando limiti e convinzioni che condizionano il nostro voler agire.
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